Dizionario della gente di Lozzo - La parlata ladina di Lozzo di Cadore

dalle note del prof. Elio del Favero  - a cura della Commissione della Biblioteca Comunale

prefazione del prof. Giovan Battista Pellegrini  

 

Comune di Lozzo di Cadore - il seguente contenuto, relativo all’edizione 2004 del Dizionario,  è posto online con licenza Creative Commons attribuzione - non commerciale - non opere derivate 2.5 Italia, il cui testo integrale è consultabile all’indirizzo http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/legalcode. Adattamento dei testi per la messa online di Danilo De Martin per l’Union Ladina del Cadore de Medo. Per ulteriori approfondimenti è a disposizione la home page del progetto “Dizionario della gente di Lozzo” alla quale si deve fare riferimento per le regole di trascrizione fonetica utilizzate in questo progetto. Il presente file è pre-formattato per la stampa in A4.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

 

 

IL CALENDARIO, LE STAGIONI E LA  METEOROLOGIA

 

In questa scheda cercheremo di ricreare l'ambiente di Lozzo lungo il percorso dell'anno, con le sue feste e con i suoi malanni, approfittando appunto di proverbi e detti locali. Iniziamo con il giorno. La giornata si divide normalmente i tre parti, mattino, mezzogiorno e sera, bonóra, da mèdodì, dadasiéra; per alcuni esiste anche la notte, de nuóte. Durante il giorno si saluta dicendo bondì, nel pomeriggio inoltrato si dice bònasiéra, successivamente, o quando si pensa di non vedersi più fino al giorno dopo, bònanuóte.

I giorni lavorativi della settimana sono sempre stati considerati sei, per lo meno fino a metà di questo secolo, lùne, màrte, mèrkui, duóiba, vèndre, sàbo. Doménia era giorno di festa, anche se talvolta qualcuno lavorava per necessità, e ben si rammenta che l laóro de fèsta l vién ìnte par pòrta e l va fòra par fenèstra.

Così corrono i giorni e passano i mesi dell'anno, sul calendario denèi o ğenàro, febràro, màržo, orì, màğo, dùño o ğùño, lùlio o lùio, aósto, setènbre, otóbre, novènbre, dežènbre.

 

Proseguiamo con la descrizione dell'alternarsi delle stagioni.

 

primavera (in primavera), n primvèra, daisúda

 

La primavera è la stagione del risveglio dopo l'inerzia invernale. Incominciano i lavori all'esterno nei prati e nei campi intorno all'abitato, mentre in alta montagna iniziano a primavera inoltrata. In occasione delle pulizie pasquali le donne riassettano la casa in modo più completo e generale facendo inoltre la lesìva di tutta quella biancheria che i rigori invernali non avevano permesso di lavare adeguatamente. Si accompagnavano anche le pulizie delle stoviglie e particolarmente dei ràme ovvero dei séče, dei kalderìn, dele kaliére, brondìn e delle pentole in generale. Detta operazione avveniva presso la fontana più vicina utilizzando l sabión e "olio di gomito". Dopo la sistemazione dell'abitazione le donne iniziavano i lavori nei campi mentre gli uomini si dedicavano alle opere artigianali e ai lavori nei boschi. Citiamo alcuni proverbi che riguardano la primavera: Primavèra bonorìa, la bròśa dùto la pòrta via la primavera precoce illude il contadino che semina i campi che poi vengono rovinati dalla brina. Màržo sùto, ma nò dùto per la campagna va bene un mese di marzo asciutto, ma ogni tanto ci vuole un po' di pioggia. Màržo sùto, sórgo dapardùto, marzo asciutto, pannocchie dappertutto; se in marzo non piove, per il granturco va bene, ci sarà un raccolto abbondante. Aprìle n òta l piánde, n òta l rìde aprile una volta piange, una volta ride; aprile di solito è un mese instabile dal punto di vista meteorologico. Da San Dòrdo, spiga spòrdo verso il giorno della festa di San Giorgio, 23 aprile, compaiono le prime spighe. Se pióve l dì de l Asènsa, pióve dornàde trènta se piove il giorno dell'Ascensione, pioverà per altri trenta giorni. Se pióve l dì de l Asènsa par kuaránta dì, no sarón žènža se piove il giorno dell'Ascensione, per quaranta giorni non saremo senza pioggia. Se pióve l dì de l Asensión, vién èrba ànke su n perón se piove il giorno dell'Ascensione, cresce erba anche sui sassi; questo proverbio, legato ai precedenti, fa capire che le piogge frequenti fanno crescere l'erba in abbondanza .

 

estate (in estate), d istàde

 

Arriva così l'estate, inutile dirlo è il periodo di maggior lavoro dell'anno. Il bestiame veniva portato a mónte nelle varie kaśère, in tal modo si alleggeriva il peso delle famiglie che erano impegnate nei lavori dei campi, nella fienagione e nell'approvvigionamento della legna per l'inverno. Nell'apposita scheda viene esposto ed approfondito il susseguirsi delle varie operazioni. Citiamo alcuni proverbi che riguardano l'estate: Se pióve l dì de Sant Àna, l pióve n més e na stemàna, se piove il giorno di Sant'Anna, 26 luglio, pioverà per un mese e una settimana; se pióve l dì de Sant Àna, pióve n brénte e na brentàna se piove il giorno di Sant'Anna, pioverà tanto da riempire una fontana e da provocare piene. A la véa de la Madòna de Aósto dùna ànke l aužèl del bósko alla vigilia della Madonna di Agosto, digiuna anche l'uccello del bosco; il digiuno, alla vigilia dell'Assunta, è rispettato da tutti. Da San Bartolamìo le žìrie va kón Dio a S. Bartolomeo (24 agosto) le rondini ormai se ne vanno. Da San Bartolamìo la stağón la tórna ndrìo da San Bartolomeo la stagione torna indietro; a partire da San Bartolomeo, 24 agosto, si comincia ad andare verso l'autunno e quindi verso l'inverno. San Bartolamìo dùto l autóno i kóre drìo l'autunno sarà bello o brutto a seconda di come sarà il 24 agosto, ricorrenza di San Bartolomeo. Se pióve l dì de San Gorgón, sète brentàne e n brentanón se piove il giorno di San Gregorio, 7 settembre, ci saranno sette piene ed un pienone, cioè seguirà una serie di acquazzoni tali da provocare piene dei torrenti e probabilmente una alluvione.

Se pióve l dì de San Gorgón, pióve dùto l autón se piove il giorno di San Gregorio piove tutto l'autunno. Lùna setenbrìna sète lùne la ndovìna luna settembrina sette lune indovina; la luna di settembre segna il tempo buono o cattivo per i sette mesi seguenti.

 

autunno (in autunno), d autóno

 

L'autunno è il periodo in cui si raccoglie. L'estate è finita, in alto comincia a far freddo e le bestie scendono a valle dall'alpeggio, si raccolgono i frutti dei campi, patate, zucche, granturco, fagioli ecc. Il fieno occorrente per il bestiame è stato stivato nei fienili di alta montagna e nei fienili situati in paese, mentre la legna è accatastata in prossimità delle abitazioni pronta per essere utilizzata nel corso del lungo inverno. Alcuni detti che riguardano l'autunno: da San Matìo, o kuóto o krù, okóre tòle su a San Matteo, 21 settembre, maturi o no, bisogna raccogliere i prodotto dei campi. Tòle su l batadói e va a bàte i faśuói prendi il correggiato e va a sgranare i fagioli. Se l e bèl da San Gal, l e bèl fin a Nadàl se il giorno di San Gallo, 16 ottobre, il tempo è bello, si manterrà tale fino a Natale. Da San Ğàko l paiàn nte sáko a San Giacomo, 28 novembre, il grano saraceno "paiàn", (e per estensione il mais) è ormai nel sacco, quindi raccolto, essiccato e spannocchiato. Dài Sànte ài Mòrte l néve e su le pòrte a partire dai Santi la neve è alle porte. Dài Sànte, la se fa avánte; dài Mòrte, l e su le pòrte; da San Martìn l e da veśìn; da Sant'Andréa, no e da fèise marevéa; da Nadàl no la fa fàl; da prìmo de àn se la tòle su kol vàn a Ognissanti, 1 novembre, la neve si fa avanti, per i Morti, 2 novembre, è alle porte, a San Martino, 11 novembre, è vicina, a Sant'Andrea, 30 novembre, non c'è da meravigliarsi se nevica, a Natale ormai la neve è certa e opportuna, a Capodanno nevica tanto da poterla raccogliere col cesto; più precisi di così non si poteva essere. Da Sant'Andrea o ke l pióve o ke l nevéa a Sant'Andrea o piove o nevica, alla fine di novembre il tempo è sempre brutto.

 

inverno (d'inverno), d invèrno

 

Con l'inverno arriva il freddo, le giornate sono corte e le notti lunghe. In questo periodo le donne lavorano all'interno della casa filando la lana, preparando i tessuti e gli indumenti per i familiari, e nel contempo accudiscono il bestiame nelle stalle. Gli unici che lavorano ancora all'aperto d'inverno sono i boscaioli. Trascinano a valle i tronchi con le rìśine e coi cavalli approfittando del fatto che la neve facilita la discesa delle tàe. In questo periodo viene macellato anche il maiale allevato durante l'anno. Si ritiene opportuno riportare alcuni detti che riguardano la stagione: se d invèrno pióve, d istàde l nevéa se d'inverno il clima è mite, d'estate farà freddo. Sànta Bibiàna: trènta dì e na stemàna Santa Bibiana: trenta giorni e una settimana; se piove o se farà bel tempo il giorno di Santa Bibiana (2 dicembre) altrettanto farà il tempo per trenta giorni e una settimana. Nadàl frédo, Pàska čàuda Natale freddo, Pasqua calda. Nadàl al sol, Pàska al fuóu chi passa Natale al sole, passa la Pasqua vicino al focolare. Vérdo da Nadàl, biànko da Pàska prati verdi a Natale, bianchi di neve a Pasqua. Al néve da Nàdal l fa ažàl la neve di Natale, la prima neve, se ghiaccia viene dura come l'acciaio. Da Nadàl l pè de n ğál; a Paskéta n oréta a Natale le giornate si sono allungate quanto il piede di un gallo, cioè di pochissimo; all'Epifania invece ormai di un'oretta. A Nadàl l pè de n ğál; a Paskéta n kuàrto de oréta a Natale il piede di un gallo, all'Epifania un quarto di ora. I due proverbi sono in disaccordo tra loro, ma ci son problemi di rima. Durà da Nadàl a San Stèfin durare da Natale a Santo Stefano, detto di cosa di brevissima durata. Ko i dì se ślònga, l frédo krése quando i giorni si allungano, il freddo cresce, cioè dopo Natale le giornate si allungano, ma aumenta anche il freddo. La Pefanìa òñi fèsta pòrta via oppure la Pefanìa dùte le fèste la pòrta vìa con l'Epifania terminano le festività natalizie. Pióva de ğenàro bròśa de màğo pioggia a gennaio, brina e freddo a maggio, cioè, se non fa freddo d'inverno, farà freddo in primavera; questo proverbio richiama l'altro dello stesso significato, se d invèrno l pióve, d istàde l nevéa se piove d'inverno, d'estate nevica. Pióva de ğenàro, làgreme de màržo pioggia di gennaio, lacrime di marzo, se piove a gennaio, la campagna è rovinata. Sant'Antòne de denèi, mèdo pàn e mèdo fienèi a S. Antonio, 17 gennaio, siamo a metà inverno, il pane è a metà e anche le scorte per le bestie, cioè il fieno, è a metà, o almeno dovrebbe esser così. San Bastián da la gràn fredùra, San Laurènžo da la gràn kalùra: l un e l àutro póko dùra San Sebastiano, 20 gennaio, col gran freddo e San Lorenzo, 10 agosto, dal gran caldo: l'uno e l'altro durano poco. San Bastián ko la viòla n màn San Sebastiano con la viola in mano; a San Sebastiano, solitamente, sotto le siepi spuntano già le prime viole; Madòna Kandelòra de l invèrno sémo fòra dalla Madonna Candelora ormai l'inverno è quasi passato. Da San Valentìn se destùda l lumìn dal giorno di San Valentino (14 febbraio) si spegne il lumino; verso la fine di febbraio non è più necessario vegliare per filare la lana o la canapa perché, per quella data, quel lavoro dovrebbe essere ormai terminato; si può anche ritenere che a metà febbraio i giorni si sono allungati quel tanto da non aver più bisogno di accendere il lume durante la giornata. An da néve, an da féde se d'inverno nevica molto, i raccolti e i prodotti della stalla saranno abbondanti. Màržo sùto, ma nò dùto marzo di solito è asciutto, ma mai del tutto.

 

Meteorologia, tempo brutto, tempo bello

 

Per concludere infine, riportiamo un po' di saggezza meteorologica spicciola, non direttamente legata al calendario:

 

Kuàn ke l Tudàio se béte l čapèl, dó la fàu e su l restèl quando il monte Tudaio si circonda di nuvole, bisogna smettere di falciare e pensare a raccogliere il fieno perché, entro breve, arriva la pioggia. Kuàn ke l Tudàio béte l čapèl o ke l fa brùto o ke l fa bèl quando il Tudaio si copre di nuvole o farà brutto o tempo bello; spiritosi i nostri vecchi, no? Kuàn ke l Tudàio se béte l koléto, l tènpo no stà kiéto quando il Tudaio si cerchia di nuvole, il tempo diventa instabile. Kuàn ke l Tudàio verdeğéa, n Čanpeviéi i paskoléa quando il Tudaio è verde di erba è tempo di condurre le bestie al pascolo in Čanpeviéi; le due località infatti, sono una di fronte all'altra quasi alla stessa altitudine, ma il Tudaio è in vista da Lozzo mentre Čanpeviéi non si vede. Néve e pióva a só tènpo neve e pioggia devono cadere durante la propria stagione; a questo mondo tutte le cose hanno il loro tempo opportuno. Lùna piéna sarén la ména la luna piena porta il sereno, il bel tempo. Se l vènta da bonóra, sèra la pòrta e no stà dì de fòra se tira il vento di mattina chiudi la porta e non uscire; il vento mattutino porta cattivo tempo. L vènto no dùra pì de tré dì il vento non dura più di tre giorni. Pióva e sarén: tènpo da maržì l fién, con un tempo troppo variabile, il fieno invece di seccarsi, marcisce. Se le nùvole fa làna, la pióva no e lontàna equivale al ben noto, cielo a lana pioggia che bagna, se il cielo è coperto di cirri (cielo a pecorelle), la pioggia non è lontana, lo stesso concetto è espresso da Nùvole a làna, pióva par na stemàna. Kuàn ke le nùvole fa puína, la pióva l e vežìna, quando le nuvole sono bianche come la ricotta (il cielo si copre di cirri) la pioggia è vicina. Kuàn ke le nùvole fa saléte, pióva le nprométe, quando le nuvole fanno scalette (nembi) promettono pioggia. Nùvol rós da domàn, da da siéra pantán, nuvole rosse di mattina, entro sera ci sarà acqua per terra. Nùvol rós dadasiéra, bón tènpo se spera, rosso di sera, buon tempo si spera. Sarén de nuóte, na vèča ke tròte, na mùla ke kóre, no dùra tré óre il sereno fattosi di notte, una vecchia che si mette a correre, una mula che si mette a galoppare, non possono durare a lungo. Sarén de nuóte no val tré pére kuóte il sereno fattosi di notte, non vale tre pere cotte, non può durare troppo a lungo. Ko de nuóte l e sarén, darindomàn no se fa fién quando il sereno si fa di notte, il giorno dopo non si raccoglie fieno perché pioverà. Stelòu fis: da domàn l pióve notte di stelle porta pioggia all'indomani. Se l tóna a matìna, béte su la kalierìna; se l tóna dada siéra, béte su la kaliéra se tuona ad est (a mattina) metti su il paiolo piccolo, se tuona ad ovest (a sera), metti su quello grande. In altri termini il brutto tempo da oriente porta cattivo raccolto, quindi poco da mangiare, il brutto tempo da occidente porta buon raccolto, quindi tanto da mangiare.

 

Calendario

 

Sono riportate qui di seguito le feste, le ricorrenze religiose, e alcune date di celebrazione dei santi, che appartengono all'uso comune per indicare il periodo del calendario.

 

prìmo de àn         1 gen    Capodanno - primo giorno del calendario, si

                             ricorda la Circoncisione

Paskéta o Pefanìa   6 gen    Epifania - si ricorda la presentazione di

                             Gesù al Tempio. In antico l'Avvento era

                             lungo come la Quaresima, sei settimane, e

                             Natale era al 6 gennaio, questo forse spiega

                             il temine di Paskéta per l'Epifania.

Sant'Antòne        17 gen    S. Antonio abate - metà inverno, protettore

                             delle bestie da stalla. Detto anche

                             Sant'Antòne del poržèl.

San Bastiàn        20 gen    S. Sebastiano - gran freddo, o all'opposto

                             ci son già i fiori nei luoghi dove batte il

                             sole, messa alla chiesa di San Rocco. San

                             Rocco e San Sebastiano sono i santi

                             protettori contro la peste.

Karnavàl          feb-mar    Carnevale - data mobile legata alla Pasqua.

                             Siamo alla fine inverno,si va in maschera e

                             si festeggiano i giorni di giovedì e martedì

                             grasso.                                    

duóiba gràs       feb-mar    Giovedì grasso.

ùltimo de Karnavàl feb-mar   martedì grasso, ultimo di carnevale, segue

                             il mercoledì delle Ceneri.

Karnavalùto        mar       Giovedì di metà Quaresima.

Le Žéndri, al dì  feb-mar    le Ceneri - data mobile, primo giorno di

dele žéneri                  Quaresima, si ricorda che, dopo la morte, il

                             corpo ritorna polvere.

San Valentìn      14 feb     S. Valentino - fine delle lunghe notti

                             invernali, santo protettore contro

                             l'epilessia.

Karéśema         feb-mar     Quaresima - data mobile, 40 giorni prima di

                             Pasqua, periodo di penitenza cristiana, si

                             ricorda il digiuno di Cristo nel deserto.

La Tènpora       mar         La Tempora - ricorrenza mobile Cristiana. Il

                             termine si riferisce al digiuno prescritto

                             dalla Chiesa ad ogni inizio di stagione.

Le Pàlme         mar-apr     Domenica degli Ulivi - data mobile, la

                             domenica prima di Pasqua, si ricorda

                             l'entrata trionfale di Cristo in

                             Gerusalemme.

Vèndre Sànto     mar-apr     Venerdì Santo - data mobile, il venerdì

                             prima di Pasqua, si ricorda il martirio di

                             Cristo

Pàska            mar-apr     Pasqua - data mobile, prima domenica dopo la

                             luna piena di primavera, si ricorda la

                             resurrezione di Cristo

San Dòrdo        23 apr      S. Giorgio - patrono di Domegge, spuntano            

                             le prime spighe.

San Màrko        25 apr      S. Marco evangelista - patrono della

                             Repubblica di Venezia, giorno della Faula

                             annuale a data fissa per l'elezione del

                             Marigo, dei Laudadori e dei Saltari.

Le Rogažión      mag         Processioni su percorso prefissato intorno

                             ai campi, rito agricolo propiziatorio.

Le Péntekòste    mag-giu     Pentecoste - data mobile, sette settimane

                             (50 giorni) dopo Pasqua, si ricorda la

                             discesa dello Spirito Santo sugli apostoli

La Tènpora       giu         2a Tempora - data mobile, 3 giorni di

                             astinenza, mercoledì, giovedì e sabato.

Sant'Antòne      13 giu      S. Antonio da Padova, messa alla chiesa di

                             Loreto.

Kòrpus Dòmini    giu         Corpus Domini - data mobile, due settimane

                             dopo Pentecoste, si ricorda l'ascensione di

                             Cristo in cielo.

San Piéro        29 giu      S. Pietro - ultima data di monticazione,

                             prima pesata del latte a Mónte.

San Luìgi        21 giu      S. Luigi, messa alla chiesa di San Rocco

San Ğàko         25 lug      S. Giacomo

Sànta àna        26 lug      S. Anna, la madre della Madonna, messa alla

                             chiesa di Loreto

San Laurènžo     10 ago      S. Lorenzo - patrono di Lozzo, gran caldo,

                             festa grànda

Madòna d'Aósto   15 ago      Ferragosto, si ricorda l'Assunzione in cielo

                             della Beata Vergine Maria, messa alla chiesa

                             di Loreto, cambia il tempo, le giornate sono

                             più corte

San Ròke         16 ago      S. Rocco, santo protettore contro la peste,

                             messa alla chiesa di San Rocco

San Bartolamìo   24 ago      S. Bartolomeo apostolo - finisce l'estate,

                             cambia il tempo, protettore dei calzolai e

                             altri lavoratori del cuoio

La Natività       8 set      Nascita di Maria - ricorrenza cristiana,

                             messa nella chiesa di Loreto. Finisce il

                             pascolo nelle malghe.

Le Tènpora        set        3a Tempora - data mobile, 3 giorni di

                             astinenza, mercoledì, giovedì e sabato prima

                             della 3a domenica di settembre.

San Matìo        21 set      S. Matteo - inizio autunno, raccolti maturi

San Mikéle       29 set      S. Michele - data della smonticazione

I Sànte           1 nov      I Santi

I Mòrte           2 nov      I Morti

San Martìn       11 nov      S. Martino - scadenze annuali, affitti,

                             traslochi (fèi San Martìn traslocare)

La Madòna de     23 nov      Madonna della Salute, protettrice contro la

                             peste, messa la Salùte alla chiesa di S.

                             Rocco.

San Ğàko         28 nov      S. Giacomo

Sant'Andréa      30 nov      S. Andrea - arriva la neve

Santa Bibiàna     2 dic      S. Bibiana - è iniziato il freddo

L'Imakolàta       8 dic      L'Immacolata.

Madòna de Loréto 10 dic      La Madonna di Loreto, protettrice degli

                             aviatori, messa nella chiesa di Loreto

Sànta Lužìa      13 dic      S. Lucia - protettrice dei mali alla vista,

                             giorno di consegna della decima al parroco,

                             ormai il freddo è arrivato

L Avènto        nov - dic    Avvento - ricorrenza cristiana, inizio

                             dell'anno liturgico, periodo di penitenza e

                             preparazione, attualmente le 4 settimane

                             prima di Natale; in antico lungo come la

                             Quaresima, sei settimane, e Natale era al 6

                             gennaio.

Le Tènpora        dic        4a Tempora - data mobile della tradizione

                             cristiana (calend. Gregorio Magno), 3 giorni

                             di astinenza, mercoledì, giovedì e sabato

                             (venerdì era sempre astinenza) prima della

                             3a domenica d'Avvento.

Nadàl            25 dic      Natale - si ricorda la nascita di Cristo,

                             regali ai bambini

San Stèfin       26 dic      S. Stefano, primo martire cristiano - giorno

                             dopo Natale

 

 

I giorni della settimana   i dìs de la stemàna

 

lunedì                     lùne

martedì                    màrte

mercoledì                  mèrkui

giovedì                    duóiba

venerdì                    vèndre

sabato                     sàbo

domenica                   doménia

nei giorni feriali         dài daòre o daidaòre

oggi                       nkuói

ieri                       niére

l'altro ieri               lautraniére

l'altro giorno, giorni fa  lautradì

domani                     domàn

domani sera                domàn da siéra

dopo domani                darindomàn

otto giorni fa, oppure fra otto giorni     nkuói òto

 

le ore del giorno               le óre del dì

 

all'alba                        niàntedì

di prima mattina                da bonóra, al sonà de l'Ave Marìa

alle otto                       àle òto bonóra

in pieno giorno                 sul bón del dì

avanti mezzogiorno, la mattina  ñànte mèdodì

a mezzogiorno                   a mèdodì

alle dodici e mezza             a mèdodì e mèdo

al pomeriggio, dopo pranzo      daspò diśnà, daspò mèdodì

è l'una                         e n bòto

sono le due                     e le dói

alle due meno un quarto         mànča n kuàrto a le dói

la sera, di sera                da dasiéra o dadasiéra

all'imbrunire                   al sonà de l óra de nuóte

dall'alba all'imbrunire         da stéla a stéla

 

i mesi dell'anno   i mes de l àn

 

gennaio            denèi, denèr, ğenàro

febbraio           febràro

marzo              màržo

aprile             orì, aprìle

maggio             màğo

giugno             dùño, ğùño

luglio             lùio, lùlio

agosto             aósto, agósto

settembre          setènbre

ottobre            otóbre

novembre           novènbre

dicembre           dežèmbre

 

 

           

tempo bello, tempo brutto    tempo bèl, tempo brùto

 

afa                             stonfàžo

attimo di sole                  alàda, làmpa de sol

sereno                          sarén

nuvola                          nùvola, čapèl

nuvoloso                        nùvol, nuvolós, nuvolòu

molto nuvoloso                  le pién kóme n vuóu

rannuvolarsi                    nuvolàse, l se sèra su

coperto                         skuèrto

nuvole che non portano pioggia  nùvoi stérpe

il tempo sta diventando brutto  al tènpo se čaréa

caldo                           čàudo

freddo                          frédo

freddo cane                     frédo čanìžo

nebbia                          kalìgo

pioggia                         pióva

pioviggina                      piośinéa

breve pioggia estiva            rośàda

piove a catinelle               pióve a bùdoi, al bìča dó a séğe rovèrse

temporale                       tenporàl

minaccia di temporale           l e ngrintòu, l e négro kóme l bronòrio

alluvione                       aluvión

piena del torrente              brentàna

vento, particolarmente freddo e

violento, che nella tradizione

popolare soffia per più di 3 giorni   venta

vento                           vènto

vento freddo                    vènto čanìžo

vento a mulinello               vènto śgìrlo

neve                            néve

neve abbondante                 nevèra

nevischia                       śnevužéa

nevicata                        neveàda

nevicare                        neveà

brina                           bròśa

brinata                         brośáda, brośáža

burrasca (neve fuori stagione)  buraskàda

ghiaccio                        ğàža

lastra di ghiaccio per terra    ğažón

sciogliersi della neve/ghiaccio delegàse

fulmine, tuono e pioggia violenta  sarakàda, śguèrño

fulmine (l'abbattersi nelle vicinanze)  starlekà, stekonà

alternarsi del tempo            l va ìnte e fòra

sul finire della pioggia o neve l stànča

tempesta                        tanpèsta

tempo incerto                   l e mùto

 

 

Autore della scheda: Andrea Angelini.      

 

 

eof (ddm 02-2009)