Dizionario della gente di Lozzo - La parlata ladina di Lozzo di Cadore

dalle note del prof. Elio del Favero  - a cura della Commissione della Biblioteca Comunale

prefazione del prof. Giovan Battista Pellegrini  

 

Comune di Lozzo di Cadore - il seguente contenuto, relativo all’edizione 2004 del Dizionario,  è posto online con licenza Creative Commons attribuzione - non commerciale - non opere derivate 2.5 Italia, il cui testo integrale è consultabile all’indirizzo http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/legalcode. Adattamento dei testi per la messa online di Danilo De Martin per l’Union Ladina del Cadore de Medo. Per ulteriori approfondimenti è a disposizione la home page del progetto “Dizionario della gente di Lozzo” alla quale si deve fare riferimento per le regole di trascrizione fonetica utilizzate in questo progetto. Il presente file è pre-formattato per la stampa in A4.

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i art. (solo pl.) i, gli. I lìbre i libri; i òmin gli uomini; i skài gli sgabelli (v. tabella articoli).

 

i  pron. pers. (solo pl.) essi, gli, le, loro. I màña polènta e formài mangiano polenta e formaggio; èi vedù to fardèl e i èi dòu i skèi ho visto tuo fratello e gli ho dato i soldi; èi čatòu to suó e i èi dìto gràžie ho incontrato tua sorella e l'ho ringraziata; se védo i tuói, i digarèi ke te stas polìto se vedrò i tuoi, dirò loro che tu stai bene (v. tabella pronomi).

 

Ičo sm. (nome) ipoc. di Maurizio.

 

idà vb. trans. (ìdo; idèo; idòu) aiutare. ìdeme n tìn a fèi sto laóro aiutami un po' a fare questo lavoro; to pàre ne a sènpre idòu tuo padre ci ha sempre aiutato (v. vidà).

 

idèa sf. (pl. idèe) idea, impressione. Ma ke idèe àsto nte l čòu? ma che razza di idee hai per la testa?; èi idèa ke l muóre ho l'impressione, ho il presentimento che muoia; l e veñù ko l idèa de laurà è venuto con l'intenzione di lavorare; kon kéle idèe no te konbinaràs nùia con quelle idee balzane non otterrai nulla; te as n idèa de laurà! richiamo rivolto a chi lavora con imperizia e malavoglia.

ìden pron. (inv.) idem, la stessa cosa. Loc. ìden kon patàte la stessa identica cosa; ió son dù a laurà e tu? Iden kon patàte io sono andato a lavorare, e tu? Ho fatto la stessa cosa.

 

ièśomarìa escl. Gesù Maria. Ièśomarìa kè àsto fàto, ké te ses dùto rós? poffarbacco sei tutto rosso, cos' hai combinato?

 

in prep. in. Questa preposizione è entrata in uso di recente. La forma corrente e più usata è quella contratta n, nte (v. tabella preposizioni).

 

inbrižón sm. (pl. inbrižói) ombelico. L inbrižón ka da neàutre se čàma ànke botón de la pànža ombelico a Lozzo si dice anche bottone della pancia.

 

inčòstro sm. (pl. inčòstre) inchiostro. Négro kóme l inčòstro nero come l'inchiostro.

 

ìndis sm. (inv.) indice della mano, traccia. Si dice ìndis anche l'uovo che si lascia nella cova perché le galline sappiano dove andare a deporre; sto takuìn no a ñànke l ìndis in questo borsellino non c'è nemmeno uno spicciolo.

 

indréto sm. (inv.) soluzione, verso giusto. Čatà l indréto trovare la soluzione di un problema, trovare la via d'uscita; locuzioni con lo stesso significato sono: čatà l dréto, čatà l kàvo.

 

infèrno sm. (inv.) inferno. Ki ke e triste va n infèrno i cattivi vanno all'inferno.

 

inğistàra sf. (pl. inğistàre) unità di misura di capacità. La inğistàra è pari a 1/12 di secchia, ovvero 1,19 litri.

 

inkànto sm. (pl. inkànte) asta. Béte a l inkànto mettere all'asta.

 

inkontràrio avv. contrariamente. A l inkontràrio al contrario, contrariamente. A l inkontràrio de kel ke te me as dìto contrariamente a quanto mi hai detto; l e veñésto a l inkontràrio e l e dù a śbàte è venuto in senso contrario ed è andato a sbattere (v. sesakù).

 

inožènte agg. (inv.) innocente, ingenuo. Kuàn ke i a portòu via i skèi da la čéśa, i èi dìto al kuràto ke me fiól l èra inožènte quando hanno rubato il denaro dalla chiesa, ho detto al parroco che mio figlio era innocente.

 

inožènža sf. (solo sing.) innocenza, ingenuità. Beàta inožènža beata ingenuità, beata l'innocenza della fanciullezza.

 

insèto sm. (pl. insète) insetto, fig. bambino irrequieto e ansioso. Te ses pròpio n insèto sei davvero irrequieto e noioso.

 

ìnte, nte prep. o avv. in, dentro. Nte čàśa in casa; bičà ìnte mettere dentro; bičà l làte nte skudèla versare il latte nella tazza; da ìnte la feràža vendere il ferro vecchio; ìnte par ìnte in mezzo, framezzo; ìnte par ìnte èi semenòu kàlke žùča ho seminato qualche zucca qua e là, fra le piante di mais; dà ìnte l làte e tirà fòra l formài portare il latte alla latteria e ritirare il formaggio; dì ìnte entrare; parà ìnte la pòrta, parà ìnte i dènte abbattere la porta, spaccare i denti; petà ìnte pal mùro sbattere contro il muro; točà ìnte intingere, inzuppare; točà l pàn ìnte l vìn inzuppare il pane nel vino; l a petòu ìnte kol nàs ha sbattuto col naso, cioè si è reso conto a sue spese di come vadano le cose; dì ìnte e fòra andare avanti e indietro, fig. farneticare; i e dùte là ìnte sono tutti là dentro; loc. čapà ìnte iniziare a capire, impigliarsi, coinvolgere. È interessante osservare come in Cadore, per indicare diverse posizioni lungo la valle del Piave, si usino le espressioni ìnte e fòra: fòra kolà nei campi verso Domegge; ìnte kolà nei campi verso Auronzo (v. nte).

 

intedòs avv. addosso. La čaméśa ke te me as dòu, l èi bèlo intedòs ho già addosso la camicia che mi hai regalato tu.

 

intènto sm. (inv.) occupato, intento. Loc. L e kóme la stòria del siór intènto è come la favola del signor intento, ad indicare qualcosa che si è iniziato ma che non si riesce a concludere per una ragione o l'altra.

 

invèrno sm. (pl. invèrne) inverno. St invèrno a fàto n grùmo de frédo quest'inverno è stato davvero freddo; dùte i invèrne no e konpài non tutti gli inverni sono uguali; sul bon de l invèrno nel cuore dell'inverno. St invèrno se a ğažòu l àga del Rin quest'inverno si è gelata l'acqua del Rin. Prov. òñi an a l sò invèrno non esiste mai niente di bello in modo assoluto.

 

ió,ó pron. pers. io. Ió son bèlo vèčo io sono ormai diventato vecchio; ànke ó son malòu anch'io sono malato; ió kóme ó personalmente; ió kóme ó la pénso kosì personalmente la penso così (v. tabella pronomi).

 

ìra sf. (pl. ìre) ira, collera. Loc. èse pién de ìra essere pieno di rabbia; no sta fèime veñì l ìra de Dio non farmi perdere il controllo; fig. kel tos é n ìra bèla quel ragazzo è davvero nervoso.

 

Irène sf. (nome) soprannome di famiglia.

 

Iśèo sm. (nome) ipoc. di Eliseo.

 

iśèrta sf. (pl. iśèrte) lucertola (zool. Lacerta agilis). A isùda le iśèrte skomìnžia a ise véde in primavera le lucertole cominciano a farsi vedere; te ses kóme le iśèrte stai sempre al sole come le lucertole.

 

ìśo fàto avv. ad un tratto, di colpo. È una storpiatura del latino “ipso facto”. Iśo fàto l e ruòu tutto ad un tratto è arrivato.

 

istàde sf. (inv.) estate. D istàde se va pài pràs in estate si va per i prati, in estate si va a falciare l'erba nei prati di alta montagna; via pa l istàde durante l'estate; istadèl de San Martìn estate di San Martino, corrisponde alla prima decade di novembre, periodo in cui la temperatura di solito diventa mite per pochi giorni.

 

istés, istéso pron. (f. istésa) stesso, medesimo. Par me fa istés per me fa lo stesso; ió èi la istésa idèa io ho la stessa idea (v. tabella pronomi).

 

istìnto sm. (solo sing.) tendenza. L a kél maledéto istìnto de dà bòte ha la maledetta tendenza di picchiare (v. stìnto).

 

isùda sf. (pl. isùde) primavera. Aisùda, daisùda in primavera; staisùda questa primavera.

 

Ita sf. (nome) ipoc. di Giuditta.

 

iufufùi esc. evviva, allegria, in allegria, velocemente, senza cura. Voce onomatopeica usato come esclamazione o in modo avverbiale in loc. del tipo é dùto n iufufùi è tutto un accorrere, un correre qua e là; la fa dùto a la iufufùi fa tutto alla meno peggio; iufufùi, e dù dùto polìto evviva, tutto è andato bene.

 

 

 

 

 

eof (ddm 02-2009)