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Oggi 11 gennaio 2011, alle ore 17,30 il Consiglio provinciale di Belluno ha votato una delibera nella quale si chiede al Governo nazionale di indire un referendum con il seguente quesito: Volete voi che l’Amministrazione provinciale di Belluno promuova la procedura per il referendum previsto dall’art. 132, comma 2, della Costituzione affinché il territorio della Provincia di Belluno sia separato dalla Regione Veneto per entrare a far parte della regione autonoma Trentino Alto Adige?

La decisione è stata sollecitata dal Comitato “Belluno Autonoma, Dolomiti Regione” che ha raccolto 17.500 firme per chiedere al Consiglio la delibera approvata oggi. Il Comitato propone questo referendum perché le politiche sociali ed economiche della regione Veneto non sono in grado di affrontare e risolvere gli specifici problemi della montagna bellunese. Ciò provoca una costante emorragia di residenti, la chiusura d’imprese e servizi pubblici e privati, e lo spopolamento delle Dolomiti, patrimonio dell’umanità, sempre meno ospitali per i popoli che le abitano da secoli.

Per dare un futuro alle comunità delle Dolomiti bellunesi è necessario dotarci di politiche e strumenti amministrativi su misura della montagna. L’autonomia che desideriamo non serve per isolarci dal mondo ma per affrontare a viso aperto, con le nostre forze, e con l’auto della comunità nazionale ed europea, le sfide della globalizzazione e dei mercati internazionali. Siamo orgogliosi di vivere in uno dei posti più belli al mondo e siamo determinati a rimanerci e per questo abbiamo il dovere di salvarci dal declino e dall’estinzione. Confidiamo nella comprensione delle istituzioni pubbliche regionali e nazionali e nella intelligente ricerca di una soluzione praticabile, legale e pacifica che ci permetta di garantire una vita serena alle generazioni future delle Comunità bellunesi.

Il Comitato manifesta la propria profonda soddisfazione per la delibera del Consiglio Provinciale.

Eccoci qui.

Abbiamo raggiunto il secondo dei nostri obiettivi impossibili.

Volevamo una delibera unanime del Consiglio Provinciale di Belluno. Abbiamo chiesto a tutti i Gruppi e a tutti i Consiglieri di decidere liberamente ma di considerare l’importanza di un pronunciamento unitario, per iniziare un processo referendario che non divida i Bellunesi ma permetta a tutti di riflettere su come costruire un comune futuro. Oggi il Consiglio Provinciale ha votato. Vent’uno consiglieri su 23 (uno era assente) hanno votato a favore del referendum.

Un risultato eccellente. Un fatto di grande rilevanza sociale e politica. Le comunità bellunesi trovano nel loro Consiglio Provinciale l’istituzione che raccoglie la proposta di Referendum popolare sostenuto da 17.500 elettori firmatari.

Ogni Consigliere ha le proprie idee e convinzioni che non sono state elemento di divisione ma di condivisione di una proposta che segna un cambiamento nella politica bellunese. Finalmente un obiettivo comune di elettori e eletti. La fiducia riposta nelle persone e nelle istituzioni ha dato i suoi frutti. I Consiglieri Provinciali hanno dimostrato di saper ascoltare le richieste dei cittadini. C’è ancora spazio per la buona politica, per la faticosa ricerca del bene comune. Basta volere.

Molte cose sono cambiate da quando abbiamo iniziato quest’avventura e molte ne cambieranno nei prossimi mesi. Non dobbiamo guardare al futuro con paura e rassegnazione, non lo dobbiamo guardare con gli occhi del presente. Solo comunità forti, sicure di sé, con adeguati strumenti amministrativi, con una coesione fondata sulla leale collaborazione, possono affrontare il mare aperto della competizione internazionale. Non è più tempo di liti e divisioni, è il tempo di remare insieme per decidere quale futuro dare ai nostri figli e ai nostri nipoti.

Ora la richiesta di Referendum arriverà sul tavolo del Ministro degli Interni, sarà sottoposta al Giudizio della Cassazione e del Governo. Quando sarà indetto il Referendum avremo bisogno di una discussione serena, non di divisioni tra i cittadini. Saremo capaci di farlo? Non abbiamo motivi per dubitarne.

Vogliamo alimentare la speranza in una via possibile, lecita e pacifica per ottenere gli strumenti amministrativi necessari per governare il cambiamento e rispondere ai bisogni delle comunità bellunesi. Niente di più e niente di meno.

Come vedete non manchiamo di altri obiettivi impossibili.



comunicato stampa in formato PDF



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