L fumeto e la didatica   30 Gennaio 2009

"Fumetto intitolato: noi Cadorin sone Ladin?"

Me é capitou pi de calche ota de ciatà n internet aplicazion che parmete de fei fumete. Sta ota ei ciatou n momento par fermame a proà. Se avesse pì tenpo (vardé che “avesse” con doe “s” no e n sbalio; a sto proposito podé vardà l fumeto ca sote …) me piasarae fei calche fumeto da ride sula dente de Loze, argomente no manciarae … .

Credo però che l fumeto sea anche n modo nteligente pa nsegnà e fei didatica e me piasarae che nte le scole i proasse a svilupà calche tema leou al Ladin, fasendo uso propio de l fumeto.

Fumetto intitolato: l'uso della lettera esse

Par vede n tin meo i fumete che ei fato, podé clicai sora. Bon, no me resta che meteve l link al sito de Makebeliefscomix agnó che podé proà, se avé voia, a fei calche strissia (tenti che se po stanpale e spedile par email, ma no salvale sul sito; podé però fei n “cattura schermo” e salvale sul vostro computer).

Danilo De Martin

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Screenshot da Facebook del gruppo "Provincia Autonoma di Belluno - Dolomiti"

Screenshot da Facebook del gruppo "Provincia Autonoma di Belluno - Dolomiti"



Segnalo su Facebook il gruppo Provincia Autonoma di Belluno – Dolomiti; ha attratto subito la mia attenzione perché finalmente si nota che la questione autonomia non può che essere trasversale rispetto agli schieramenti politici.

Riporto dalle informazioni generali con cui il gruppo, fondato da Moreno Broccon,  si presenta:

I Bellunesi chiedono, per motivi geografici, come provincia di confine, stretta tra due regioni a statuto speciale, per la presenza di minoranze linguistiche, per la specifità di tutto il suo territorio montano rispetto al resto del Veneto, l’istituzione della “Provincia Autonoma di BELLUNO – DOLOMITI” sancita per via costituzionale.

La Provincia Autonoma di Belluno-Dolomiti non è un privilegio, ma condizione necessaria per continuare a vivere in montagna.

Nel Veneto, se ci saranno le condizioni.
Altrimenti, in una Regione Dolomitica formata dalle Province Autonome di Belluno, Trento e Bolzano.

Non ci sono alternative.

Mi ghe crede.

Nelle interessanti discussioni aperte nel gruppo non manca un po’ di pepe e neanche qualche dardo colorato partiticamente, ma il tutto si evidenzia con grande garbo ed equilibrio (per quello che ho potuto vedere).

Negli interventi di alcuni membri del gruppo si nota un po’ di confusione riguardo a come viene letta e interpretata la ladinità di aree della nostra provincia come il Cadore ed il Comelico. Ma sta all’Union Ladina spiegare “le ragioni della nostra ladinità”: gli argomenti non mancano. Un pochino manca il tempo … ma stiamo recuperando. Dalla nostra parte sta il fatto che sul territorio e nelle scuole la nostra presenza non manca. Manca, per ora, solo un aggiornamento del nostro sito sul quale riportare … “tutte le nostre ragioni”.

In ogni caso il gruppo Provincia Autonoma di Belluno – Dolomiti va visitato e, se siete utenti facebook,  sostenuto con l’iscrizione. Anche la semplice iscrizione, infatti, è un atto che aumenta la consapevolezza che l’autonomia per la nostra provincia è ormai vitale per il nostro futuro. Se poi trovate anche il tempo di intervenire nelle discussioni aperte, tanto meglio.

Danilo De Martin

Provincia di Belluno con aree contermini -did

La Provincia di Belluno "schiacciata" tra la morsa costituita dalle Provincie autonome di Trento e Bolzano e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.



Un’altra proposta di referendum riguardante la Provincia di Belluno. E’ stata consegnata ieri in Provincia da un comitato  per «costruire la Regione Dolomitica, unendo le Province di Belluno, di Trento e di Bolzano».

Quello che conta al momento è che si prenda sempre più coscienza che il problema dell’AUTONOMIA per la Provincia di Belluno C’E’ e sembra proprio, al di là di questa ultima proposta, che un’idea via via più precisa inizi a serpeggiare fra la nostra gente.

Evidentemente, oltre a lavorare a testa bassa, la gente comincia ad alzare la testa e guardarsi attorno.

A beneficio di chiunque voglia farsi un’idea “territorialista” della questione (che non può ovviamente essere ricondotta alla sola e semplice montanità), ho preparato una semplice “mappa” nella quale ho evidenziato le Provincie Autonome di Trento e Bolzano oltre alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. In mezzo la cenerentola-Belluno.

Non occorrono indagini sociometriche … mio nonno avrebbe commentato con un “no serve autro …“.

Lo Stato italiano, garantendo l’autonomia a Trento, Bolzano e Friuli Venezia Giulia, ha di fatto iniziato a “soffocare” pian pianino la provincia di Belluno.

In soldoni: ciò che conta è conseguire la nostra ormai indispensabile autonomia. Dentro una allargata “Regione Dolomitica ?”, come provincia autonoma ma dentro il Veneto? non ha ora molta importanza; l’importante è che ci tolgano le mani di dosso, non se ne può proprio più.

Danilo De Martin

Grafia ladina unitaria   21 Gennaio 2009

lettere accentate

Segnalo, senza riportarne i contenuti per non creare doppioni, la messa online della pagina statica denominata “Grafia ladina unitaria“. La pagina è visibile nella sezione  “Pagine” sottostante a “Chi che son”. In essa sono introdotti i motivi che hanno portato alla elaborazione di una proposta di grafia ladina unitaria, cui segue una serie di esempi che illustrano le nuove modalità di scrittura.

Danilo De Martin

A seguito dell'entrata in vogore della legge 482 la lingua ladina parlata nelle valli dolomitiche del bellunese ha assunto pari dignità

A seguito dell'entrata in vigore della legge 482 del 1999, la lingua ladina parlata nelle valli dolomitiche del bellunese ha assunto, anche dal punto di vista normativo, pari dignità rispetto alla lingua italiana.



Ebbene sì, il 15 dicembre del corrente anno la legge 15 dicembre 1999, n. 482 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”, compirà 10 anni. Un’eternità se si contrappone il tempo fin qui trascorso dalla sua approvazione alla velocità con cui il nostro mondo si sta evolvendo.

La legge ha anche una dotazione finanziaria con cui si possono intraprendere progetti per la valorizzazione del patrimonio culturale legato al mondo ladino. Ma in questa circostanza mi preme semplicemente sottolineare una banale osservazione: di quanto è cresciuta nella nostra comunità di persone, a distanza di 10 anni dall’approvazione della legge che finalmente ha riconosciuto anche il nostro territorio come sede di una minoranza linguistica storica, la consapevolezza di essere minoranza linguistica, con tutto ciò che questo dovrebbe comportare?

Se guardo a tutte le iniziative fiorite nel frattempo, delle quali vi daremo pian piano conto sia su questo blog che sul portale, mi sembrerebbe di poter dire che abbiamo indotto una “rivoluzione copernicana“. Tuttavia chi segue con attenzione l’evolversi di questo “mondo ladino” sa che il grande salto di qualità fin qui compiuto è sì opera di un nutrito numero di persone, ma sa anche che queste stesse persone fanno parte di un humus che era già presente e che è uscito pian piano allo scoperto, trovando nuove forme di stimolo ed appagamento.

So che l’affermazione è ovvia ma ora dobbiamo entrare nelle case, fare in modo che chiunque abbia motivo di sentirsi genuinamente parte della nostra comunità ladina dolomitica;  e dobbiamo spiegare perché dovremmo essere fieri di parlare e scrivere nella nostra lingua, non provarne “timore”. Dal lato opposto, solo qualche pazzo può mettersi in testa di “demonizzare” la lingua italiana. E’ anch’essa un nostro patrimonio che dobbiamo usare al pari del ladino … ma ricordiamoci che è quest’ultimo ad avere “bisogno di cure ed attenzioni“. Il ladino ha un’età veneranda, non possiamo usarlo per fare tutto ciò che si fa con l’italiano, ma credetemi, “il nostro vecchietto” è ancora arzillo e non intende chinare la testa. Ha certamente bisogno del nostro aiuto. Aiutiamolo.

Francesca Larese Filon


Per un approfondimento

Mappa del Centro Cadore   10 Gennaio 2009

Logo Google Maps

Chiunque volesse rendersi conto del posizionamento geografico della comunità ladina dolomitica del Centro Cadore, l’area in cui opera l’Union Ladina del Cadore de Medo, può cliccare sul seguente link che attiva (su una nuova pagina) una mappa di Google nella quale ho evidenziato i limiti territoriali  della nostra comunità.

Mappa del territorio in cui vive la comunità ladina dolomitica del Centro Cadore

Propongo la mappa nella versione terreno, che risulta più leggibile, ma ovviamente, lo dico per chi non ha confidenza con quello straordinario strumento di conoscenza che è Google Maps, si può provare la modalità mappa o satellite oltre che giocare con il fattore ingrandimento. Se nella sezione altro… si spunta l’opzione foto, si ha a disposizione una marea di immagini della zona.  Purtroppo le immagini che si trovano sotto l’area che ho mappato in azzurro non si attivano, in quanto si attiva per prima la didascalia che accompagna la mappatura stessa.

I dati relativi ai singoli paesi sono tratti dall’Atlante statistico della montagna italiana 2007. Mi riprometto di evidenziare in un prossimo articolo anche le aree pertinenti alle comunità ladine del Comelico, d’Ampezzo, dell’Oltreciusa, dell’Agordino e della Val di Zoldo per avere così un’idea precisa di come sia costituita, nel suo insieme, la Comunità dei Ladini Storici delle Dolomiti Bellunesi.

Danilo De Martin

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Le chiesette di Domegge   9 Gennaio 2009

Le chiesette di Domegge

Le chiesette di Domegge è una recentissima pubblicazione di 116 pp.  in formato A4 (21 x 29 cm circa) risultato dell’intenso lavoro svolto durante  l’anno scolastico 2005-2006 dalle maestre Maria Pia Tessaro ed Elena Ferigo con gli alunni della quinta elementare di Domegge. L’iniziativa fa parte del Progetto Ambiente denominato Arte e fede nelle chiesette di Domegge cui fa capo l’Istituto comprensivo di Domegge di Cadore.

Solo la mancanza di tempo non mi consente di fare una approfondita recensione del lavoro svolto, ma non potevo esimermi da una doverosa segnalazione su questo blog.

In particolare questo volumetto è la testimonianza di come si possa seriamente fare cultura e, in questo caso, anche attività didattica rilevante, attingendo primariamente alla passione ed alla voglia di contribuire alla descrizione dei nostri luoghi e di tutte le rilevanze in essi contenute.

Il ricorso alla stampa digitale, peraltro di ottima qualità, e la veste grafica spartana, nulla ma proprio nulla tolgono alla spumeggiante freschezza con cui sono stati esposti i contenuti raccolti durante le fasi di ricerca storica ed iconografica.

In poche parole, un ottimo esempio da seguire.

Danilo De Martin

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L fol de Loze   4 Gennaio 2009

Particolar dela domanda de concession par fei l fol - an 1885

Particolar dela domanda de concession fata dai fardiei "Da Pra Grandelis di Lorenzo" par podé fei su l fol, presentada l 9 febraro del 1885

“Ades la conpron magare n Pusteria, ma n ota la faseone noi a Loze, ntel fol de la lana che se ciatea apena de sote l mulin de i Pinza. Ades no é pì la ciasuta, ma chi che é nasseste poco daspò i ane ’30 i se pensa de cuan che se dea a dugà visin al fol.

Era sta ciasuta e l fol l vegnia fato laurà da l aga del Rin che, de longo la ruoia,  fasea girà la so roda. La concession pal sfrutamento de l aga l é del 1885. La dente portea le peze de lana e là se dorea le scorze de i rame pa ncolorì la lana de verdo e se batea i toche de lana nte l aga che cuosea par feila vegnì cuota.

Par ane la dente girea co le giache verde scure fate a Loze, che tegnià tanto ciaudo. Chi che avea le fede le tondia, daspò nte ogni ciasa la dente era bona de filà la lana e de dorala par fei ciauze, barete, maioi. Chi che volea la podea portà al fol par fei giache da vestise pì pesante, che protegea meo dal fredo.

Fin ntel dopo guera se vedea ncora le giache fate ca a Loze ma daspò, col benesere, ste giache le é sparide.”

Ades n progeto pa la valorisazion de la vita de n ota, coordinou dala Union Ladina del Cadore de Medo, parmetarà a dute, con l uso de paniei  nformative, de savé algo de pì su pal fol de Loze e su come vegnia laurada la lana.

Francesca Larese Filon

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